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BOCCIATO IL COMPARTO 59
LA PAROLA ORA PASSA AL CONSIGLIO DI STATO
Comparto 59 addio? Così sembra, almeno da quanto è trapelato ieri sera da ambienti del Tar dove la sentenza, attesa da giovedì scorso, è stata finalmente depositata. E così il comparto sarebbe stato bocciato, i giudici avrebbero accolto i ricorsi presentati dagli avvocati Giovanni e Gianluigi Pellegrino per la Lega regionale delle Cooperative (leggi Ipercoop) e per il supermercato ''Sm" di Massimo Trevisi: dal professore Ernesto Sticchi Damiani per conto di Confcommercio e Confesercenti e per numerosi commercianti; dagli avvocati Sante e Vittorio Nardelli per la Cedis (leggi Ipergum) che si è costituita ad adiuvandum. La prima sezione del Tar, presieduta dal giudice Aldo Ravalli, avrebbe depositato ieri sera la sentenza redatta dal giudice relatore Enrico D'Arpe. E sarebbe la bocciatura del comparto della Codir, a difendere le ragioni della quale si è speso l'avvocato Pietro Quinto.
La notizia non è una sorpresa, visto che lo stesso Tar a settembre aveva respinto il ricorso di segno contrario, quello presentato dalla Codir contro la delibera del consiglio comunale di giugno che aveva respinto il comparto. Poi, come si ricorderà, il Consiglio di Stato al quale si era appellata la Codir, chiese che il consiglio comunale rivedesse la sua decisione anche alla luce del parere dell'avvocatura del Comune, quella che aveva dato tanta enfasi alla virgola dell'articolo 79 delle norme tecniche di attuazione. Il consiglio comunale a dicembre cambiò parere col voto determinante del sindaco Adriana Poli Bortone, e con una delibera che da subito vide le contestazioni degli esponenti del centrosinistra per dei paragrafi aggiunti alla bozza votata dai consiglieri. Su questa e sul voto del sindaco il consigliere Sandro Frisullo presentali 2 gennaio una denuncia-ricorso alla Procura della Repubblica. Ma è stata quella virgola, rivelatasi falsa dopo la richiesta al Comune di documenti autentici da parte dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, ha scatenato polemiche a non finire e l'apertura di un'inchiesta della Procura della Repubblica. E una serie di querele del sindaco contro esponenti dei Ds ai quali sono stati chiesti 10 miliardi di risarcimento danni.
Ora, con la bocciatura del comparto da parte del Tar bisognerà vedere cosa accadrà in Comune dove il centrosinistra ha presentato la richiesta di un consiglio comunale ad hoc per la revoca della delibera. Probabilmente il consiglio non si terrà più essendo venuto meno l'atto che si intendeva revocare. Facile previsione è anche quella di un ricorso al Consiglio di Stato da parte della Codir. Che potrebbe ribaltare ancora le posizioni.
Autore / Fonte: IL QUOTIDIANO DI LECCE - 14 FEBBRAIO 2001
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