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LA SENTENZA: CHIUSO UN MAXI CONTENZIOSO
LO «SFRATTO» ILLEGITTIMO IL RISARCIMENTO
Dalle procedure furono esclusi il colosso L'azienda pubblica potrebbe pagare fino a 3
spagnolo «Acciona» e l'azienda barese milioni di danni: ha rifiutato una transazione di
«Lucente», Confermate le decisioni del Tar 65Omila euro, «No» anche ai nuovi affidamenti
• L'Aqp ha rifiutato un accordo di poco più di mezzo milione di euro a ora si ritrova una tegola di qualche milione di euro di inevitabili richieste di risarcimento danni. Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda della gara di manutenzione della rete idrica (tre ambiti della provincia di Bari), confermando le decisioni già assunte dal Tar un anno fa sulla esclusione illegittima di un raggruppamento di imprese e rincarando la dose sull'azienda pubblica annullando anche i nuovi bandi - nel frattempo ormai scaduti o in proroga. La sesta sezione di Palazzo Spada (presidente Giorgio Giovannini) ha infatti respinto gli appelli dell'Aqp contro la sentenza del Tar che aveva riconosciuto un minimo danno alla società «La Lucente) raggruppata in associazione temporanea di impresa con la capogruppo «Acciona», società spagnola leader internazionale nel settore delle reti idriche che deteneva la maggioranza del lavoro. I giudici di appello hanno inoltre accolto gli appelli proposti dai legali delle sue azienda (gli avvocati Giovanni Vittorio Nardelli e Sante Nardelli per «Acciona», Giacomo Valla per «La Lucente»), annullando le ulteriori gare bandite da Aqp. I fatti. Tutto inizia nel 2007 quando l'Ati Acciona-La Lucente viene esclusa dalle gare (in cui era arrivata prima) per la manutenzione delle reti idriche di tre ambiti territoriali per una presunta irregolarità dell'azienda barese «La Lucente». A seguito dello sfratto dei vincitori, le gare vennero infatti dichiarate deserte e riaggiudicate ad altre imprese attraverso nuovi bandi: due appalti da 24 milioni andarono all'Ati «Ruta srl (mandataria)» con un ribasso dell'1.69 % - e 0,69% per un altro ambito territoriale -) e un terzo da 13 milioni a Conscoop. Per gli stessi lavori gli spagnoli avevano proposto un ribasso del 13%, per un importo finale di 33 milioni di euro. Un anno fa il Tar accolse i ricorsi di Acciona e Lucente; quest’ultima (storica impresa barese con 9 'anni di storia, 2mila dipendenti e commesse in diverse regioni italiane) chiese un danno curriculare pari al 2 per cento dell'importo di sua spettanza (poche decine di migliaia di euro), mentre Acciona preferì incassare la sentenza favorevole salvo poi tentare di definire un accordo con Aqp. L'azienda pubblica ha rifiutato di chiudere la partita a 650mila euro che rappresentava il 2 per cento (sull'importo di aggiudicazione di 33 milioni) del cosiddetto danno curriculare già riconosciuto alla «Lucente» e ormai diventato definitivo. Con le decisioni del Consiglio di Stato dell'altro giorno, però, le cose cambiano. Perché adesso Acciona (e La Lucente) si ritrova tra le mani una decisione che consentirà di bussare ad Aqp ed esigere non solo il danno curriculare ma anche il cosiddetto mancato utile, il cui valore oscilla tra il 5 e il 10 per cento. A conti fatti, si parla di 3-4 milioni di euro ballerini che l'azienda pubblica potrebbe pagare a seguito di un nuovo giudizio al Tar salvo accordi transattivi. Un anno fa i giudici amministrativi baresi della I sezione (presidente Corrado Allegretta, relatore Francesco Cocomile) censurarono di «eccesso di potere, travisamento e illogicità» il provvedimento firmato dall'amministratore unico di Aqp, Ivo Monteforte, che confermò la scelta (illegittima) di escludere le imprese.
Il SERVIZIO
Appalti da 37 milioni per servire 3 «ambiti» di Bari e della Bat
Furono bandite nel 2007 le gare contestate al centro della nuova sentenza del Consiglio di stato che boccia le procedure di Aqp. Da un importo di 33 milioni di euro (cifra proposta da «Acciona») l'Acquedotto ha pagato poi circa 37 milioni di euro a seguito di una nuova procedura di affidamento ad altre imprese. In particolare, i bandi avevano per oggetto gli appalti del servizio di custodia, conduzione e ispezione, compresa l'attività di pronto intervento, pulizia e sanificazione delle opere fognarie, nonché dei lavori di manutenzione ordinaria sulle reti idriche negli abitati degli ambiti 4,5 e 7 ricadenti nelle province di Bari e Bat, Trani, Trinitapoli. L'ambito 5 comprende i comune di Bari, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Terlizzi; l'ambito 7, Adelfia, Alberobello, Capurso, Casamassima, Castellana Grotte, Cellamare, Conversano, Locorotondo, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Noicattaro, Polignano a mare, Putignano, Rutigliano, Triggiano, Valenzano, Turi. L'ambito 4, invece, ricade nel nord barese e comprende Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa, Margherita di Savoia, Minervino, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola.
Autore / Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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